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L’idea dell’ultimo libro “L’Amore ai tempi del Plotò”

La foto che vedete risale al 2014. Era una calda ed assolata estate e io, Giovina ed i nostri amici Danilo e Ramona, decidemmo di fare una vacanza in Sicilia.

Quello era il periodo da cui tutto è nato. Era il periodo in cui leggevo un’infinità di libri e scrivevo di tutto, dappertutto e su tutto. Cercavo di imitare i miei miti della scrittura quali, Murakami, Kurt Vonnegut, John Fante, Hemingway, Pirandello e tanti altri. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo libro: Il sogno condiviso – Talos Edizioni e feci un discreto numero di presentazioni nella mia città Pescara. Il libro era la storia romanzata della mia prima ed unica maratona: quella di New York.

Poi scrissi un secondo libro sempre con Talos che raccontava la mia esperienza nel mondo del calcio. Poi scrissi altri libri ma rimasero nel famoso cassetto. Gli impegni lavorativi e le vicissitudini familiari, hanno fatto sì che quel meraviglioso periodo dedicato alla lettura ed alla scrittura, andasse pian piano scemando.

Ma un bel giorno di qualche anno fa, sempre d’estate, mi chiamò Giovina che era a pranzo con due suoi amici siciliani, Vincenzo e Silvia insieme i loro figli. Pranzavano in uno stabilimento balneare di Pescara e mi invitavano a raggiungerli per salutarli e conoscerli. Quando arrivai, Giovina mi disse che stavano parlando di quell’idea che avevo avuto di scrivere un libro sui metodi di incontro tra le ragazze del dopoguerra ed i loro probabili principi azzurri. Io caddi dalle nuvole: – veramente?  Cosa volevo scrivere io? – ma come non ricordi insistette Giovina. Perché il suo amico diceva che era un’idea geniale, e se non l’avessi scritto io, l’avrebbe fatto lui.

Pian piano riaffiorò il ricordo del libro, ma a quel punto non vedevo l’ora di andare a casa a rovistare nei files del mio pc. In una cartella del mio pc, ecco che esce il file: L’Amore ai tempi del Plotò (il termine dialettale con cui si chiamava la cassetta di uva). Non è che avessi avuto un’idea, il libro era bello che terminato, pronto per la stampa ma qualcosa mi aveva fatto desistere dal pubblicarlo.

Così pian piano ripresi il progetto, lo rilessi e mi meravigliai che avessi potuto scrivere un libro con tanta sagacia e inventiva. Era il primo libro totalmente inventato. Con sprazzi di autobiografia, ma niente di che. Quindi da due anni a questa parte, dedicavo i ritagli del mio scarsissimo tempo a terminare l’editing.

Direi che devo questo libro a Giovina e i suoi amici che mi hanno “invitato” a scavare nei meandri della mia memoria e far riaffiorare un qualcosa che era stato completamente sepolto dagli impegni e dai tanti pensieri.

Spero che questa lettura possa essere magica come la storia che racconto e darvi un po’ di svago dalle routine quotidiane, farvi sorridere, emozionare e riflettere.