J.D. Salinger
I Nove Racconti di J.D. Salinger è una simpatica riscoperta di fine anno, che mi ha lasciato una voglia di scrivere sulla penna che è tipica conseguenza delle letture dei grandi scrittori.
I racconti sono carichi di dialoghi talmente verosimili che pensi di essere uno dei protagonisti, talvolta militare, talvolta bambino ed infine donna. Sono loro che impreziosiscono le storie di Salinger.
Dai tempi del Giovane Holden la sensazione di precarietà che emerge dai personaggi è vivida fino a farti mancare il respiro e a darti quella voglia di portare a termine la lettura, che però, un finale non ha.
Tra le tre storie che più si sono fissate nella mia mente ci sono sicuramente, Un giorno ideale per i pescibanana, L’Uomo Ghignante e Teddy.
Il primo racconto parte dalla protagonista Muriel che è indaffarata in una comunicazione telefonica con la madre che è chiaramente preoccupata per la salute mentale del marito di sua figlia, Seymour e che questi possa perdere il controllo da un momento all’altro, come aveva predetto il dottor Sivetski. Ma Muriel non ha intenzione di ascoltare i genitori che vorrebbero che lei tornasse subito a casa dalla vacanza appena incominciata.
L’Uomo Ghignante è il racconto dalla voce narrante di un bambino di nove anni che apparteneva ad un club Comanche e che ogni pomeriggio veniva prelevato insieme ad altri bambini, dal pullman del Capo che raccontava loro una storia a puntate sull’Uomo Ghignante, mentre li conduceva ai loro giochi. Niente di più avvincente che possa tenerti in attesa di un finale che se pur non è presente, ti arriva la sensazione che l’Uomo Ghignante, nelle sue mirabolanti imprese, voglia prenderti per mano e farti dimenticare che Mary Hudson, la bellissima ragazza del capo, non sia più dei Comanche.
Teddy è l’ultimo racconto dei nove che mi ha tenuto compagnia per qualche giorno. L’ho nominato tra i tre che più sono rimasti impressi nella mia mente in quanto il ragazzino Teddy, appunto, ha una intelligenza fuori dal comune e sa di provenire da un’altra vita e di dover proseguire per un’altra vita chissà quando, forse a breve. I suoi pensieri vengono prima snocciolati ai suoi genitori nella cabina della nave da crociera, poi al ragazzo più grande di lui, Bob Nicholson, che lo stava osservando attentamente da un po’ mentre scriveva sulla sdraio della nave. Bob Nicholson era così interessato ai pensieri di Teddy che non vuole proprio lasciarlo andare.
Gli altri sei racconti non è che siano da meno, anzi, ma questi li terrei in cima alla lista.