fattoria degli animali

George Orwell

Come per 1984, George Orwell dimostra in questa sua narrazione, di avere una grande capacità di prevedere il futuro e di sintetizzare in maniera perfetta lo spirito del genere umano e a questo punto anche di quello animale.

Dall’osservazione che lo scrittore fa di un bambino che tiene alle briglie un cavallo molto più forte e grande si lui, nasce questo bellissimo romanzo che è la metafora dei regimi totalitari e in particolare della Russia di Stalin che promette al popolo libertà ma che in realtà non è nient’altro che qualcosa di peggiore di chi l’avesse preceduto.

Dal sogno di un verro di nome Major, gli animali della fattoria Il Maniero decidono di ribellarsi al loro proprietario. La rivoluzione va in porto grazie ai due maiali Snowball e Napoleon che dopo i primi anni di governo insieme e all’osservanza dei 7 comandamenti, riescono a mantenere la fattoria di comune accordo, ma accampando sempre maggiori privilegi rispetto agli altri animali.

Pian piano tutto quello che di buono era stato ideato, lascia spazio a quanto di peggio era stato criticato al proprio precedente padrone. In effetti è proprio così che si comportano gli uomini: prima di salire al poter criticano coloro che ce l’hanno il potere, ma quando l’ottengono con metodi violenti e di ribellione, si trovano, senza accorgersene a fare peggio dei propri predecessori.

Remo Firmani

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