IL FU MATTIA PASCAL

Luigi Pirandello

Una delle poche cose che si possono sapere quando si vuole essere liberi è il proprio nome. In questo romanzo filosofico, Luigi Pirandello, inizia a scrivere senza sapere nient’altro che il nome del protagonista Mattia Pascal, che partendo da una vita agiata nella propria famiglia d’origine, riesce a perdere tutto quello che ha per via dell’incapacità sua e di suo fratello di porre riparo alla malvagità dell’uomo di fiducia del padre che con il passare degli anni si mostrò tutt’altro che al servizio della famiglia. Preso nella morsa della moglie insoddisfatta e di una suocera megera, Mattia Pascal, era costretto a vivere una vita da bibliotecario senza alcuna soddisfazione e piena di rimpianti.

decise di far perdere le tracce dopo essere stato assalito dal grande dolore della perdita di due figlie gemelle e dalle continue oppressioni di moglie e suocera che non riusciva più a sopportare. Arrivò a Montecarlo dove iniziò a giocare d’azzardo. Vinse un bel gruzzolo e decise che era arrivato il momento di tornare a casa. Mentre stava tornando in treno, faceva delle congetture sul come avrebbe utilizzato quel bel gruzzoletto che aveva vinto e gli scappava da ridere al pensiero che moglie e suocera sarebbero rimaste di stucco nel vederlo ormai di nuovo sulla cresta dell’onda.

Tutte le congetture che aveva fatto, andarono in frantumi quando lesse un titolo di giornale sul quale era scritto che Mattia Pascal era stato trovato morto nel lago della Stià, podere di famiglia che era in mano ai creditori. In un primo momento fu assalito da sgomento, ma poi vide l’opportunità di essere finalmente libero. Cavalcò quella notizia dandosi il nuovo nome di Adriano Meis e per due anni visse in varie parti d’Italia, fino a quando non approdò a Roma dove visse in affitto presso una famiglia in cui vi era una situazione complicata. Si innamorò della figlia del signor Paleari e pur essendo quest’amore ricambiato, un episodio di furto ai suoi danni gli fece decidere che anche il momento di Adriano Meis era finito. Simula un altro suicidio di quest’ultimo e torna a Maragno, dove trova che sua moglie si è nuovamente maritata ed ha una bimba di quattro mesi.

Il personaggio che pensa di acquisire la sua piena libertà dalle proprie difficoltà esistenziali, dai conflitti con la propria moglie e la propria suocera, dalle strettezze economiche, capisce che non vi può essere libertà, senza costrizioni burocratiche. Il personaggio Adriano Meis, non può stringere relazioni durature con nessuno perché dovrebbe spiegare da dove proviene ed il fatto che il suo nome è conseguenza di un affrettato suo riconoscimento da parte dei suoi famigliari, che, o per negligenza o per malafede, si sono liberati di Mattia Pascal e si sono affidati ad un nuovo uomo di famiglia. Adriano Meis, va via dalla famiglia Paleari per non far soffrire Adriana che corrisponde al suo amore, ma che è ignara del suo passato e potrebbe anche essersi innamorata di un ideale di uomo che in realtà non esiste.

Remo Firmani

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